Per questo nuovo appuntamento con i "beatz che parlano", armatevi di pala e piccone.
Stiamo per partire in un viaggio al centro della terra, piedi e piedi sotto; andremo nel vivo del brulicante movimento electro subterraneo. Dove roookies come MattShock e JuzaXanax se la comandano, e non poco.
DO NOT FUCK WITH THE STRANGERS!
1.Primi Passi, come nascono i
The Strangers? Sulla vostra BIO ufficiale parlate delle più
disparate esperienze musicali, ma come, quando e perchè vi siete
avvicinati alle macchine, e quindi al beatmaking?
"Ognuno di noi ha avuto un
approccio alle macchine e alla musica elettronica piuttosto
singolare.
Matt è sempre stato
affascinato dai sintetizzatori, dai software, e ci lavora da ormai un
decennio. Juza arriva invece dagli studi classici, e dalla passione
per il pianoforte, che tuttora coltiva.
Entrambi abbiamo avuto
tante esperienze in altrettanti generi, e di ognuna abbiamo fatto
tesoro per il nostro progetto.
2.Un suono molto
vario, che passa dall'elettronica più classica, passando per la
dubstep ed arrivando a picchi di sperimentazione, immagino che un
lavoro del genere, per quanto ancora nuovo alla scena, richieda un
tot di strumentazione e programmi, quali sono quindi i ferri del
mestiere con cui producete un brano? Come li usate?
Abbiamo tanti modi di
affrontare la stesura di un pezzo. I software da utilizzare sono
tantissimi, e ognuno permette un'impostazione differente. Per quanto
ci riguarda, reputiamo che il motore di tutto sia la mente, ed ancora
prima il cuore. Tutto dev'essere chiaro ancor prima di suonare una
nota.
Per risponderti in una
maniera un poco più tecnica possiamo dirti che il nostro macchinario
preferito è il Meccatronix, un synth meccanico prodotto da
una piccola ditta giapponese oltre 20 anni fa, ormai andato fuori
produzione.
3.La vostra biografia,
accenna a svariate contaminazioni. Quanto credete sia importante per
un artista avere più esperienze musicali possibili, e perchè? In
che modo siete stati influenzati da queste contaminazioni nel
progetto The Strangers?
M:Un musicista deve, ed
ama essere influenzato. Specialmente in un contesto come la musica
elettronica, evolutasi ispirandosi a miriadi di altri generi, il
produttore si abitua a tendere le orecchie verso tutto ciò che lo
circonda.
J:Le contaminazioni si
trovano ovunque, a saperle osservare. Quando parliamo di musica,
parliamo fondamentalmente di comunicazione, e i nostri lavori, oltre
che da altra musica, sono ispirati da luoghi, ricordi, situazioni e
persone.
4.Le collaborazioni
con Salmo, Kaizer, Maxi B e Fabri Fibra, denotano un apertura alla
scena RAP, come nasce questo connubio Grime: The Stranger + Mc? Come
vi siete avvcinati al Rap? Cosa dobbiamo aspettarci da voi su questo
versante per il futuro?
L'estero si è spesso
mostrato più fertile, nelle mescolanze tra i generi e nelle
sperimentazioni. Qualcosa era presente anche in italia: poca roba, ma
di assoluta qualità. Ci piaceva l'idea di dare un nostro contributo
a questo sposalizio, anche nello stivale. Oltretutto il rap è sempre
stato molto presente nel nostro percorso. Così abbiamo collaborato
con l'artista e amico Salmo. Il risultato ci ha entusiasmato, ed
abbiamo avuto piacere di rimetterci alla prova con Kaizer, altro
amico di sempre, e successivamente con Fabri Fibra e Maxi.
5.Timelapse EP, il
vostro primo lavoro ufficiale che raccoglie una serie di Remix
elettronici. Detto questo, dal punto di vista del beatmaking,
preferite fare Remix che brani ex novo e perchè? Quali sono le
differenze nel processo lavorativo tra un brano inedito e un remix
per i The Strangers?
In realtà non preferiamo
i remix alla stesura di inediti. Semplicemente, ci siamo trovati a
farlo. Remixando una traccia, ci si trova a fare i conti con
strutture e suoni che spesso distano molto dal proprio modo di
lavorare. Diventa quindi interessante trovare dei punti in comune,
dando un colore nuovo a qualcosa che già esiste.
6.L'elettronica e in
particolare la Dustep, sono il genere del momento. Questo non fa
eccezione anche per il nostro paese, basta vedere il numero di date
che porta in Italia Skrillex in un solo anno. Voi che siete dentro
questa scena musicale, come giudicate il panorama italiano? C'è
possibilità che sia più di una moda, o pensate che questa neo
esplosa passione per il wobble bass vedrà presto termine?
Noi sentiamo di
appartenere a questa scena e nel tempo abbiamo conosciuto tanti
artisti che sono apprezzati all'estero e che hanno un livello
qualitativo e artistico veramente altissimo. Forse il problema
dell'Italia è proprio questo: ci sono tanti artisti italiani
veramente degni di nota, che ottengono il riconoscimento solo dopo
aver battuto i club esteri. Sotto questo punto di vista il nostro
paese è sempre stato miope: ci piace l'artista dagli States o da
Londra, ma non sappiamo riconoscere il talento della porta accanto,
salvo rari casi.
Ma non ci disperiamo!
Stanno spuntando party electro come funghi e il livello, di solito, è
molto alto. Abbiamo fiducia che non sia soltanto una moda passeggera!
7.L'evento "Take
off the Mask" mette in risalto un vostro occhio di riguardo
verso quello che è l'aspetto delle serate dal vivo. Detto questo,
quanta importanza ha per voi lo showcase nella costruzione di un
progetto musicale, come appunto può essere quello vostro dei The
Strangers? Dove vorreste spingervi con questo Live, riusciremo a
vedere il "Take off the Mask" fuori dalla Sardegna? Cosa
possiamo aspettarci per il futuro dalle vostre performance dal vivo?
In un contesto come
quello in cui ci muoviamo, la performance live è il momento in cui
tutto acquista senso. Anche durante la produzione, cerchiamo di
studiare il pezzo immaginando una sua esecuzione live. Il progetto
"Take off the mask" era volto, nell'idea iniziale che
sviluppammo con Kaizer, a piantare un seme nella terra arida della
Sardegna, dare un incipit. I riscontri sono stati ottimi, dobbiamo
ammetterlo, e molte delle nostre piccole vittorie le dobbiamo al
seguito fantastico che si è creato da queste parti.
Ora che la mole di live
sta crescendo, e sta iniziando a portarci in giro per i clubs,
passiamo molto tempo a progettare un live set innovativo, e i nostri
sforzi in quella direzione sono assoluti.
8.La musica
elettronica è spesso sinonimo di contaminazione e sopratutto
sperimentazione. Quanto siete apeti a queste sperimentazioni? Con uno
sguardo al futuro quali sono secondo voi le sperimentazioni più
interessanti di tutto il panorama internazionale e perchè? Che
genere invece di sperimentazioni potremmo trovare sui vostri lavori
futuri?
Se oggi possiamo
affacciarci su un mare infinito di generi, è proprio grazie
all'attitudine alla sperimentazione e alla contaminazione.
Ma consideriamo il nostro
come un progetto "molto accessibile", e lanciarci nella
ricerca assoluta, forse, ci farebbe perdere di vista l'obiettivo
primo.
Ci piace intendere la
nostra musica come un mezzo e non come un fine. Se riusciamo a far
star bene le persone, anche solo per una notte, è lì che ci piace
definirci artisti.
9.Quali sono e sono
stati i vostri punti di riferimento? Gli artisti che più vi hanno
influenzato e in che modo? Insomma a chi dobbiamo essere grati per i
The Strangers?
J: Frederic Chopin, Aphex
Twin.
M: Zatox, Vortex,
Cyberpunkers, Bloody Beetroots, Deadmau5.
10.Se dovreste dare un
consiglio a chi per la prima volta si affaccia verso l'arte del
beatmaking e la produzioni di pezzi, cosa direste? Quali sono i
consigli fondamentali che con la vostra esperienze vi sentite di fare
a i novizi?
J: L'errore più comune è
concentrarsi esclusivamente sulla produzione musicale tralasciando,
magari, il contesto nel quale quest'ultima dovrà essere proposta.
Sento spesso tanti lavori validi, dal punto di vista prettamente
tecnico, ma che vengono lanciati sul web senza grosso criterio. Se ci
si approccia con delle labels, con delle agenzie, o con chiunque
lavori con la musica, è importante parlare la stessa lingua, e
parlarla bene.
M: Spingere al massimo,
crederci nel vero senso del termine, fare il possibile per arrivare
nell'olimpo. Rimanendo però coscenti che è un mondo difficile e non
ha spazio per tutti.
Per contattare i The Strangers:
Mothra & Chrome
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