Vi terrò per mano nell'aprire un
leggero spiraglio di un'arrugginita porta barocca che da quasi otto
decadi ha permesso ad intere generazioni di accedere negli abissi più
reconditi delle paure dell'essere umano.
Fondata in un rugginoso 1934, la
Hammer Film Production, è
una casa di produzione cinematografica britannica, famosa per la
sterminata serie di capolavori del genere horror, prodotti sin dalla
sua nascita fino agli anni ottanta.
Se si
prova a pensare al film inquietante per antonomasia, non possono non
salire alla memoria lampi di tutto ciò che tra gli anni sessanta e
settanta - grazie all'utilizzo della cosiddetta “formula
Hammer” - ha generato la
golden age
del terrore.
Fanciulle
senza tempo racchiuse nella loro crisalide di sempiterna bellezza,
come se la maledizione della stregoneria di turno, le avesse
condannate a ripetersi per sempre nel polveroso proiettore di un
cinema di periferia, o da un VHS perso in chissà quale scantinato.
Nei loro occhi risiede quella malizia dell'estraneo, trasudando
un'epoca, quella a cavallo tra anni '60 e '70 consegnata ai posteri
come emblematica del fenomeno Vintage,
a cui tanto si tende, ma che trascende ogni volta qualsiasi tentativo
di riproduzione fedele. E' proprio l'occhio inquisitore dello
straniero, che stavolta invece è assunto dallo spettatore, quello
che indaga oscuri scantinati, tenebrose magioni, grotteschi castelli,
matrici per innominabili terrori, che in maniera ingenua, forse naïf
, ma proprio per questo genuinamente spaventosa, rimescolano il
maelström del
sub-conscio radicale; ciò che da sempre sappiamo, ma che mai
ammetteremo, nemmeno a noi stessi.
E'
curioso il rapporto tra il gentil-sesso ed i terrori scatenati dalle
menti di registi quali Terence
Fisher
e Freddie Francis,
dove la bellezza femminile conferma e risalta in maniera
diametralmente opposta la mostruosità della bestia, e la sua
liminale potenza.
Inconfondibili
templi sonori dalla più intensa atmosfera, con i primi utilizzi in
assoluto della musica elettronica ma col fascino delle strumentazioni
analogiche, tra le caratteristiche più pregevoli. Per non mettere al
primo posto la panoramica dello sviluppo degli effetti speciali
concreti, arrivato al suo apice, prima dell'inizio dell'ascesa della
computer grafica,
che tanto ha edulcorato l'horror movie, consegnandolo ad una
dimensione – altra – priva dell'intimità che tanto ci legava ad
esso, con l'attrazione verso tutto ciò che è baratro e oscurità,
polo tanaticamente
magnetico nell'economia dell'esistenza.
Cicli paralleli si sono susseguiti nel corso dei lustri, per
approfondire nella maniera più viscerale i classici temi del
terrore. Dal vampirismo della saga di Dracula passando per le vicende
del costrutto Frankensteiniano, fino al susseguirsi di eventi filmici
inerenti alla maledizione della Mummia, dall'altissimo potere
evocativo.
Questa
casa ha consacrato alla fama attori come Peter
Crushing
attore per sei volte di Viktor
Frankenstein
e altre cinque volte di Abraham
Van Helsing;
e Christopher Lee
che
per ben sette volte ha interpretato la figura di Dracula.
E'
un mondo esoterico quello che vi si svelerà davanti, se solo lo
vorrete. Non esclusivamente per i contenuti arcani, dove rituali
impensabili prendono forma davanti ad occhi sbarrati e a corpi
frementi; ma soprattutto per la modalità di approccio a questo
canone d'arte, a cui difficilmente vi ci si potrà approcciare senza
l'aiuto di un mentore concreto o avatarico, con cui è possibile
apprezzare al meglio ogni singola sfumatura di ciò che è stato
catalogato come il lato
B,
dal mondo cinematografico essoterico,
dove grazie ad un televisore ed un riproduttore si è sempre creduto
di poter padroneggiare un'arte, che in quanto visiva è capace di
tempestare di suggestioni la fantasia, l'immaginazione ed il genio
creativo di ognuno.
Tanti
registi contemporanei sono debitori a questi scenari, per citarne uno
fra tutti: Quentin
Tarantino.
Niente, come la paura radicale, è capace di riattivare i geni
atavici degli animali, quali noi siamo, rendendoci in grado di produrre
connessioni sinaptiche irraggiungibili anche allo stupefacente più
intenso ed immaginifico. Creando mondi impensabili a cui la realtà
può solo che inchinarsi.
Artwork made by Nicolò OObe Sambugaro
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