mercoledì 29 febbraio 2012

Boogie ‘DEMONS’ Project


Ecco alcuni dei ritratti inediti tratti dal progetto DEMONS, realizzati dal noto fotografo serbo-newyorkese Boogie attraverso il collodio umido, tecnica di stampa fotografica del 1800. L'artista ha costruito una macchina fotografica in legno con soffietto e panno nero, mischiando sostanze varie per ottenere quest’effetto particolare e suggestivo.



martedì 28 febbraio 2012

"This Is England"




Dalla rivista Sportswear International, arriva questo nuovo editoriale intitolato "This Is England", ispirato chiaramente al grande film di Shane Meadows, ma ancora prima allo storico singolo dei The Clash.
In questo photoset, arricchito dagli scatti di Sylvain Homo e curato esteticamente da Carlotta Dell’Oro si spazia attorno alla subcultura punk dell'inghilterra contemporanea.


lunedì 27 febbraio 2012

OBEY "Star stencil kit"


Volete dare una mano a Shepard Fairey a "diffondere il verbo"? Cliccate qui per avere tutto ciò che vi serve per fare il vostro OBEY star stencil kit, ed estendere il movimento OBEY anche su i muri della vostra città.



 "Andre the Giant Has a Posse"




Skateboarding in the '60s




Prima che si evolvesse in quella sorta di sport alternativo che è oggigiorno, un tempo lo skateboarding era visto come un'attività di puro svago e divertimento, intrapresa indifferentemente da adulti e ragazzi. Questa serie di foto in bianco e nero, scattate da Bill Eppridge per LIFE magazine cinque decadi fa, ci mostra come questa semplice attività fosse intrapresa in maniera sicuramente più serena, meno accigliata e competitiva rispetto ai nostri giorni.



domenica 26 febbraio 2012

VINTAGE CARTOONS






Le Animazioni, sin dalla loro prima apparizione in Francia, nel 1877, grazia alla loro creazione da parte di Charles-Émile Reynaud, sono state amate fortemente dai più.

L'atmosfera tipica dei primi tra questi cartoni animati, è andata sicuramente a perdersi o quantomeno ad edulcorarsi. Ci sono pervenute intatte queste perle uniche per spontaneità, trasudanti il genio ironico, visionario, e per certi versi inquietante, dei loro storici creatori. Curatissime in ogni dettaglio, e testimonianti una forte base culturale per quanto riguarda i vari accenni, grazie anche al valore dei "tappeti" sonori, usati per contribuire al fascino di questi piccoli capolavori.

Voler enumerali in questo luogo, e tentare un organica ricostruzione storica del fenomeno sarebbe pressochè impossibile. Ho deciso quindi di riproprovi tre spezzoni di quelli che più mi hanno suggestionato e da sempre affascinato.








"Silly Simphonies - The Skeleton Dance" Un corto prodotto e diretto da  Walt Disney, animato da  Ub Iwerks e musicato da Carl Stalling. Risalente al 1929.





Cab Calloway canta St. James Infirmary nelle sembianze di Koko the Clown, tratto dal cartone animato del 1933 su Betty Boop dei fratelli Fleischer: "Snow White".





"Una notte sul Monte Calvo" Un estratto dal lungometraggio del 1940, sempre di Walt Disney, Fantasia. Le musiche sono di Modest Petrovic Musorgskij e sul finale l'Ave Maria di Franz Schubert.




 "Old cartoons are crazy because people realized they could make anything, so they did."

TALKING BEATS: INTERVISTA A MACE ( RESET! )



Bentornati al 4° appuntamento con il beat parlante. In questo episodio Mothra ed io siamo andati a risolvere un piccolo mistero che ci incuriosiva da tempo:

Anni addietro si chiacchierava di un beatmaker leggendario nel mondo del rap italiano - un certo Mace.
Sin quando ne avevamo memoria, aveva accompagnato i più grandi nomi di questo genere con le sue produzioni eccelse: da Kaos One ai Colle Der Fomento, passando per la Chief. Dj residente nel disco ormai culto: L'alba, del collettivo La Crème. Come un alchimista, su qualunque macchina mettessi le mani, trasformava la corrente in oro.
Tutt'ad un tratto però scomparve nel nulla, e dal lontano 2007 non se ne ebbe più notizia: guardate dove l'abbiamo scovato:





Eccovi il nostro "interrogatorio":




Mothra: Mace è un nome che sta sulla scena da parecchio ed ha collaborato veramente con i migliori artisti nostrani. Ti andrebbe di ricordarci come, quando e perché è nato musicalmente Mace? “

Mace: “ Direi un fanatico di musica fin dalla più tenera età, passando in rassegna praticamente ogni genere musicale, ma quando scoprii il rap fu il vero shock. E quando ascoltandolo la tua attenzione è completamente catalizzata dalla produzione - quasi da non ascoltare la voce che c'è sopra - ti rendi conto di che cosa vuoi fare!
Poco prima del 2000 facemmo una colletta in compagnia, 50 mila lire a testa e comprammo un Akai 950 e iniziai a fare beat e a registrare un po' di materiale con Jack The Smoker fino all'esordio vero e proprio come "La Créme" nel 2003... “


Mothra: “ Da "Questione di Gusto" (che se non sbaglio è il primo disco ufficiale dove ti troviamo alle macchine) ad oggi, come è cambiato il tuo modo di approcciarti al beatmaking? Come ti muovevi per creare un beat prima, e come ti muovi oggi? “

Mace: “ Quando non lavoro ho sempre della bella musica in sottofondo e, anche se sono competamente distratto, l'orecchio si sintonizza da solo quando becca un bel sample. Inizio quasi sempre così un pezzo!
La grande differenza è che prima era puramente un approccio intuitivo alla produzione, taglia un sample, programma un beat, bassline ed è fatta.
Ma per fare electro è tutta un'altra storia, ho imparato a mixare e soprattutto ottenere i suoni che ho in testa smanettando sui synth ed effetti. Un lavoraccio! [ :D ] “


Mothra: “ In 10 anni di produzioni ufficiali, avrai sicuramente avuto modo di mettere le mani su diverse macchine. Fra tutte, quali sono quelle per te essenziali? Quali sono i ferri del mestiere senza i quali non riusciresti mai a costruire un beat? “

Mace: “ Negli anni in effetti ho messo le mani su tante belle macchine, synth analogici e outboard, ma in realtà i ferri del mestiere sono le mie orecchie, computer, collezione di musica a portata di mano e le mie librerie personali di samples che mi sono costruito negli anni... “


Mothra: “ Dal 2007 sei scomparso dalle produzioni italiane, cosa è successo? cosa ti ha spinto a lasciare la scena come "M-m-mace on the beatz"? "

Mace: “ Dopo 8 anni a far la stessa cosa è normale scassarsi il cazzo...Avevo voglia di far qualcosa di diverso.
Già da un po' mi stavo già dilettando a fare esperimenti fondendo hip-hop ed electro.
Poi abbiamo iniziato il progetto Reset! , nato come un piccolo party tra amici dove suonare la musica che ci piaceva, dal funk al rap, dall'electro alla disco.
In un anno si è allargato a dismisura, abbiamo iniziato a muovere migliaia di persone senza quasi rendercene conto e il mio modo di produrre è stato stravolto da questa esperienza. Facendo il dj davanti a dancefloor piene ho capito cosa volevo: creare un sound che facesse ballare la gente, ma allo stesso tempo fosse figo da ascoltare, ricercato e più "complesso" a livello musicale (rispetto a tutta la house e techno che ho sempre odiato da adolescente) e poter far confluire le mie influenze funk, soul e ovviamente rap.
Aver poi avuto la fortuna di fare tour in Asia, Australia, Stati Uniti e tutta Europa, avere la tua musica nella valigetta dei tuoi dj preferiti e lavorare con artisti stellari come Fatboy Slim, Cassius, Audio Bullys o Robyn è come vivere un sogno! "

Mothra: “ Il Vostro remix su Thori e Rocce è un ritorno di Mace alle "produzioni per rapparci sopra"? "

Mace: “ Thori e Rocce in realtà è un remix electro da dancefloor, ma ultimamente mi sono rimesso a fare produzioni rap. Ne sento davvero la voglia dopo tanti anni senza! Rimango comunque ispirato al rap hardcore anni 90, ma lo sto rielaborando In una forma nuova, sfruttando tutte le skills che ho maturato in questi anni nell'uso di synth, effetti, distorsioni e manipolazioni estreme di samples... “


Mothra: “ Il passaggio dal Rap al Turbofunk/House ha allargato la tua fama al panorama internazionale, e credo che un conteggio delle visualizazioni estere di Oh Yeah! O una cronologia delle vostre serate, possa confermarlo. Detto questo, ritieni che l'unico modo che avevi per arrivare ad orecchie non nostrane fosse questo? Con il rap, oltretuttoin Italia, non si esce dai confini anche se si è fra i migliori, come te? "


Mace: “ Ovviamente con la musica in Italiano è impossibile espatriare. Come producer ora come ora puoi connetterti facilmente con realtà underground di tutto il mondo, ma per arrivare a lavorare con i pesi massimi devi essere inserito in giri ai quali, dall'Italia, è praticamente impossibile accedere. "


Mothra: “ Quali sono i limiti della nostra scena per un beatmaker? “

Mace: “ Anche negli States, se pensi a quanta gente ascolta rap e quanti di questi conoscono i nomi dei produttori...quelli che emergono alla "massa" sono sempre pochissimi. In scala, è lo stesso che succede ovunque, compreso qua. Un'altro problema è che sono pochissimi i produttori che suonano in giro - live o dj set - quindi è ancora più difficile farsi conoscere e pagarsi le bollette! “


Mothra: “ Tu che sei stato tra le Jam e che ora stai ai Club, che differenze vedi nella scena e nelle serate rap rispetto all'eletronica e viceversa? Di cosa proprio avrebbe bisogno una Jam? “

Mace: “Nei party electro c'è più entusiasmo, più voglia di ascoltare musica nuova (i party hip hop degli ultimi anni si riducono spesso a una sfilza di hit una dietro l'altra, snaturando anche la personalità di un dj), meno codici comportamentali, meno pose... e soprattutto più fighe [ ;) ]
Di jam ne ho fatte mille, e mi son sempre divertito, ma per uno che non sia patito di rap non è il luogo più divertente e accogliente! “


Mothra: “ Punti di riferimento, ne hai? Quali sono i tuoi beatmaker/producer preferiti e a cui ti ispiri, sia in ambito rap che in quello electro?“

Mace: “ I soliti direi...Premier, Erick Sermon, Just Blaze, Dre, Rockwilder, Ric Roc, Hi-Tek, Pete Rock, Dj Scratch, Kanye, Nottz





Qui di seguito potete trovare vari siti dove continuare a seguire Mace:

Facebook personale

Facebook ReSet!

Sito web ReSet!





Mothra & Chrome

sabato 25 febbraio 2012

Tom DeLonge / Skateboarding & Punk Rock





Tom DeLonge, front-man degli Angels & Airwaves e dei Blink182, racconta quanto skatebording e punk rock siano stati influenti per la sua crescita nella San Diego dei pimi ’90. "For me, growing up, they were one and the same."

WELCOME BACK IN THE DAYS!




Jonathan Hobin - "In the playroom"







Nel far interpretare a bambini - nei loro luoghi di gioco - i più drammatici avvenimenti nella recente storia dell'umanità, e alcuni dei più sgradevoli aspetti della stessa, questo fotografo Canadese è riuscito a creare un grande lavoro artistico e un forte scandalo culturale (ci fu perfino un movimento contro questa serie negli USA e in Canada). Gli eventi dell'Undici Settembre, e di Abu Graib hanno suggerito scatti particolarmente forti, e restano a testimonianza di quanto un artista, purchè abbia talento, possa fornire un esempio di arte universale e atemporale tramite uno dei lati più oscuri del presente.





Clicca qui per il sito di Jonathan Hobin.


venerdì 24 febbraio 2012

DC SKATEBOARDING EUROTEAM / VIDEO TRAILER




Dopo ben due anni di spotting, giri vari e corse pazze, la divisione europea di DC SKATEBOARDING è orgogliosa di mostrarci il suo primo filmato completo.
Se avete voglia di spensieratezza e brezza leggera sopra la tavola, ecco il trailer che fa per voi.

Restate connessi per ulteriori aggiornamenti riguardo all'uscita del video completo.



CocaColla.it chiude per una Lettera



CocaColla.it è un blog che dal 2010 si occupa di arte, design, advertising, lifestyle e trend della rete,
dedicato a chi ama l’arte contemporanea in ogni sua espressione. Ecco il COMUNICATO STAMPA, di SOSPENSIONE DELLA ATTIVITA':




"Il nostro blog in questi due anni ha avuto talmente successo che è diventato uno dei punti di riferimento per il design e per la street-art. Grazie al quotidiano impegno e alla costante dedizione del nostro team, CocaColla è entrato nelle chart italiane di settore, toccando gli 1,5 MILIONI di visitatori unici nel primo anno di vita.
Contiamo più di 7000 liker su Facebook e 1000 follower su Twitter. I nostri articoli sono stati letti in
202 paesi sparsi per il mondo.
 
CocaColla è diventato talmente famoso che anche la Coca-Cola Company si è accorta di noi e un
paio di settimane fa, per mano del loro ufficio legale, ci ha fatto recapitare due lettere di diffida, chiedendoci di ritirare le pratiche avviate per la registrazione del marchio e la cessione nei loro confronti del “nome a dominio” www.cocacolla.it. Non sono da ritenersi esenti i nostri profili social.
Pena citazione a giudizio.
La motivazione è la seguente: … che la registrazione e l’utilizzo da parte sua del nome a dominio
www.cocacolla.it determina l’insorgere di un grave rischio di confusione per i consumatori che possono
essere indotti a ritenere che il segno COCACOLLA ed il nome a dominio www.cocacolla.it
siano volti a contraddistinguere prodotti/servizi distribuiti, organizzati o sponsorizzati dalla nostra
cliente o che comunque l’uso del segno COCACOLLA da parte sua sia stato autorizzato dalla nostra
assistita in base ad accordi o altri legami contrattuali o societari, il che non corrisponde al vero.
L’uso del segno COCACOLLA e del nome a dominio www.cocacolla.it da parte sua costituisce inoltre
contraffazione dei celebri marchi costituiti dalla dicitura Coca-Cola della nostra assistita.
In poche parole ci chiedono di chiudere, cedere il dominio e di sospendere la pratica di registrazione
del marchio. Ed in soli 15 giorni.
 
L’idea di chiamare il blog CocaColla nasce da uno dei nostri primissimi brainstorming, quando pensammo di mettere insieme la colla, elemento fondamentale dell’artistica di base e della street-art,
con la Coca-Cola, simbolo della cultura pop, dell’industrializzazione e della pubblicità.
Per noi in questo nome c’era tutto quello che volevamo comunicare: tutte le nostre passioni, tutti
gli argomenti che di lì a poco sarebbero diventati i temi del nostro lavoro quotidiano di ricerca e
produzione di contenuti. Un nome facile da ricordare e irriverente che fa il verso proprio al soft drink
più famoso al mondo.

Immaginavamo che prima o poi qualcosa sarebbe potuto accadere, quindi non appena abbiamo
ricevuto le lettere abbiamo contattato uno specialista in diritto industriale e in proprietà intellettuale.
Analizzato il caso ci ha convinto che fosse meglio mollare tutto, perché andare avanti in un'azione
legale sarebbe stato un massacro, soprattutto per le nostre tasche.
Il nostro è infatti un progetto editoriale e non avremmo mai potuto permetterci una battaglia legale
contro una multinazionale del genere.
 
Ormai con certezza, dobbiamo comunicarvi che il 5 Marzo 2012 chiuderemo il dominio
www.cocacolla.it e tutti i profili social ad esso collegati.
Inutile sottolineare la nostra amarezza, figlia dall'ennesima situazione nella quale Davide soccombe
inevitabilmente contro Golia.
Con questo comunicato vogliamo attenzionare a tutti voi quanto è accaduto e comunicarvi che
stiamo già lavorando ad una nuova identità.
Per evitare di perdere quanto costruito in questi due anni con CocaColla vi chiediamo di sostenerci
comunicando la news sui vostri blog, sulle vostre pagine, sui vostri canali e su Twitter usando
l’hashtag #supportcocacolla. Potete registrarvi alla nostra newsletter rimanendo aggiornarti sugli
sviluppi futuri del nostro blog.
Di questa storia ve ne saremo grati.

Il fu Drink Team. "