domenica 19 agosto 2012

HAMMER FILMS: Horreur Retrò




Vi terrò per mano nell'aprire un leggero spiraglio di un'arrugginita porta barocca che da quasi otto decadi ha permesso ad intere generazioni di accedere negli abissi più reconditi delle paure dell'essere umano.

Fondata in un rugginoso 1934, la Hammer Film Production, è una casa di produzione cinematografica britannica, famosa per la sterminata serie di capolavori del genere horror, prodotti sin dalla sua nascita fino agli anni ottanta.
Se si prova a pensare al film inquietante per antonomasia, non possono non salire alla memoria lampi di tutto ciò che tra gli anni sessanta e settanta - grazie all'utilizzo della cosiddetta “formula Hammer” - ha generato la golden age del terrore.

Fanciulle senza tempo racchiuse nella loro crisalide di sempiterna bellezza, come se la maledizione della stregoneria di turno, le avesse condannate a ripetersi per sempre nel polveroso proiettore di un cinema di periferia, o da un VHS perso in chissà quale scantinato. Nei loro occhi risiede quella malizia dell'estraneo, trasudando un'epoca, quella a cavallo tra anni '60 e '70 consegnata ai posteri come emblematica del fenomeno Vintage, a cui tanto si tende, ma che trascende ogni volta qualsiasi tentativo di riproduzione fedele. E' proprio l'occhio inquisitore dello straniero, che stavolta invece è assunto dallo spettatore, quello che indaga oscuri scantinati, tenebrose magioni, grotteschi castelli, matrici per innominabili terrori, che in maniera ingenua, forse naïf , ma proprio per questo genuinamente spaventosa, rimescolano il maelström del sub-conscio radicale; ciò che da sempre sappiamo, ma che mai ammetteremo, nemmeno a noi stessi.
E' curioso il rapporto tra il gentil-sesso ed i terrori scatenati dalle menti di registi quali Terence Fisher e Freddie Francis, dove la bellezza femminile conferma e risalta in maniera diametralmente opposta la mostruosità della bestia, e la sua liminale potenza.

Inconfondibili templi sonori dalla più intensa atmosfera, con i primi utilizzi in assoluto della musica elettronica ma col fascino delle strumentazioni analogiche, tra le caratteristiche più pregevoli. Per non mettere al primo posto la panoramica dello sviluppo degli effetti speciali concreti, arrivato al suo apice, prima dell'inizio dell'ascesa della computer grafica, che tanto ha edulcorato l'horror movie, consegnandolo ad una dimensione – altra – priva dell'intimità che tanto ci legava ad esso, con l'attrazione verso tutto ciò che è baratro e oscurità, polo tanaticamente magnetico nell'economia dell'esistenza.

Cicli paralleli si sono susseguiti nel corso dei lustri, per approfondire nella maniera più viscerale i classici temi del terrore. Dal vampirismo della saga di Dracula passando per le vicende del costrutto Frankensteiniano, fino al susseguirsi di eventi filmici inerenti alla maledizione della Mummia, dall'altissimo potere evocativo.

Questa casa ha consacrato alla fama attori come Peter Crushing attore per sei volte di Viktor Frankenstein e altre cinque volte di Abraham Van Helsing; e Christopher Lee che per ben sette volte ha interpretato la figura di Dracula.


E' un mondo esoterico quello che vi si svelerà davanti, se solo lo vorrete. Non esclusivamente per i contenuti arcani, dove rituali impensabili prendono forma davanti ad occhi sbarrati e a corpi frementi; ma soprattutto per la modalità di approccio a questo canone d'arte, a cui difficilmente vi ci si potrà approcciare senza l'aiuto di un mentore concreto o avatarico, con cui è possibile apprezzare al meglio ogni singola sfumatura di ciò che è stato catalogato come il lato B, dal mondo cinematografico essoterico, dove grazie ad un televisore ed un riproduttore si è sempre creduto di poter padroneggiare un'arte, che in quanto visiva è capace di tempestare di suggestioni la fantasia, l'immaginazione ed il genio creativo di ognuno.
Tanti registi contemporanei sono debitori a questi scenari, per citarne uno fra tutti: Quentin Tarantino.


Niente, come la paura radicale, è capace di riattivare i geni atavici degli animali, quali noi siamo, rendendoci in grado di produrre connessioni sinaptiche irraggiungibili anche allo stupefacente più intenso ed immaginifico. Creando mondi impensabili a cui la realtà può solo che inchinarsi.



Artwork made by Nicolò OObe Sambugaro

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