Yoga Meditazione
e Modernità
-Una breve
dissertazione sul loro significato-
Immaginate un tempio,
la vostra mano che scorre su un ruvido muro di pietra, c’è solo
qualche candela accesa e l’aria è cosparsa di incenso e fumo
grigio, il vostro cuore pulsa come non mai, tamburi tuonano in
lontananza, della polvere filtra dal soffitto smossa dal suono..
battito dopo battito cuore e tamburi si confondono ed il suono
cresce.. tutto il vostro essere vibra in unisono.. e..
- Click. -
Bene ragazzi la sessione
di meditazione yoga guidata termina qui per oggi, ricordatevi di
prendere appuntamento per la prossima sessione di martedì
pomeriggio, ricordo a chi ha seguito i corsi di kundalini yoga che
può richiedere di partecipare al master in massaggio tantrico fatto
dalla nostra esperta venuta appositamente dall’America. Al che un
gruppo di persone esce dalla palestra tutte in silenzio, accendono la
macchina parcheggiata non molto distante, tornano a casa e tutto
ritorna alla normalità.
Yoga in pillole, meditazione endovena, il sacro in supposta.
Yoga in pillole, meditazione endovena, il sacro in supposta.
Ma cosa significa Yoga, cosa è
meditare? Non starò qui a fare esegesi dei termini, non intendo
nemmeno iniziare un seminario di etimologia o proporre panacee
interpretative comode all’uomo medio che popola le post-moderne
grotte d’acciaio chiamate città. Cercherò per quanto mi sia
possibile (no, purtroppo non posso prendervi direttamente a schiaffi)
di svegliare quel ghiro eterno che riposa all’interno della vostra
riarsa scatola cranica.
-Primo
errore dell’uomo detto altresì moderno-
Pensare
d’esser capace di qualcosa è ben diverso dall’esserne
effettivamente capace.
Ma credete che basti
un corso di “”Yoga”” a rendere più profonda la vostra
persona? Pensate che aprire un libro, fare una posa, chiudere gli
occhi, pensare di concentrarsi, et voilà.. siete in grado di
conoscervi, di comandarvi, d’esser consapevoli?
-Secondo
errore dell’uomo all’apice, fra passato e futuro-
Ciò che
qualcuno ha detto in passato, è immediatamente comprensibile per me,
ora.
Sono vissute persone che hanno dedicato
la vita intera allo studio, che hanno elaborato pensieri per decenni,
e tu, piccolo uomo appena nato, con fare spavaldo riassumi, condensi,
semplifichi e padroneggi il tutto? Palesi solo la più profonda
ignoranza.
-Terzo
errore antropocentrico dell’umanità viziata-
Il mondo non è un
fastfood spirituale.
Non esiste una mensa che
elargisce porzioni monodose di cultura Non vi sono vie rapide per la
vetta, chi scala con l’elicottero non ha infatti scalato alcunché, è
solo un turista.
Noi occidentali di questa epoca siamo portati ad essere intrinsecamente limitati dal “buon” senso e dalla cultura media elargita nelle scuole; l’atteggiamento comune è filtrare il mondo, la storia e la cultura attraverso i propri paradigmi e le proprie idee. Il mito del pragmatismo va sradicato.
Per poter affrontare ed affrontarci senza ridursi al solito materialismo, a quel modo di intender le cose solamente in base alla loro funzione, al ridurre l’intera vita ad un giocoforza di pulsioni, psicologismi e piacere/dolore è fondamentale pensare in profondità.
L’appiattimento all’abitudine, alle routine, ai dati di fatto, alle grandi ed univoche verità scientifiche e religiose è esser già morti, scheletri deambulanti che hanno negato la loro complessità d’animo per una più semplicistica vita.
Noi occidentali di questa epoca siamo portati ad essere intrinsecamente limitati dal “buon” senso e dalla cultura media elargita nelle scuole; l’atteggiamento comune è filtrare il mondo, la storia e la cultura attraverso i propri paradigmi e le proprie idee. Il mito del pragmatismo va sradicato.
Per poter affrontare ed affrontarci senza ridursi al solito materialismo, a quel modo di intender le cose solamente in base alla loro funzione, al ridurre l’intera vita ad un giocoforza di pulsioni, psicologismi e piacere/dolore è fondamentale pensare in profondità.
L’appiattimento all’abitudine, alle routine, ai dati di fatto, alle grandi ed univoche verità scientifiche e religiose è esser già morti, scheletri deambulanti che hanno negato la loro complessità d’animo per una più semplicistica vita.
Yoga in sanscrito è
tradotto letteralmente come "unione", "unità".
Vi sono varie tipologie di yoga, ma alla base è una pratica che permea ed unisce le distinzioni linguistiche di “corpo, mente, spirito, mondo ed essere”. Lo scopo (anche se qui si stagliano diverse vie d’azione e di interpretazione) è, non tanto il raggiungimento, ma l’aver consapevolezza in varie forme di quella totalità infinita che è il tutto , che permea tutto; la dinamica consapevole dell’identità del Sé e Brahman (Assoluto). [aham brahmāsmi]
Vi sono varie tipologie di yoga, ma alla base è una pratica che permea ed unisce le distinzioni linguistiche di “corpo, mente, spirito, mondo ed essere”. Lo scopo (anche se qui si stagliano diverse vie d’azione e di interpretazione) è, non tanto il raggiungimento, ma l’aver consapevolezza in varie forme di quella totalità infinita che è il tutto , che permea tutto; la dinamica consapevole dell’identità del Sé e Brahman (Assoluto). [aham brahmāsmi]
Questa mia
prospettiva creerà astio nei praticanti di yoga che seguono scuole
di pensiero e movimenti devozionali più incentrati sull’ottenimento
della liberazione (Mokṣa) dalla perpetua reincarnazione – o dal
completo e totale distaccamento dal mondo, rinunciandovi.
La meditazione non consiste in un “non pensare” in uno svuotamento; già queste cose sono atti mentali, processi di un continuo rimuginare della mente su se stessa.
Concentrarsi è esser un punto fisso senza dimensione; pensare di concentrarsi è esser distratti dal pensiero stesso.
Ribaltando scherzosamente un’ affermazione occidentale - Cogito ergo non Sum -
(che si sviluppa più esattamente in “ Penso quindi rifletto sopra all’essere, non “sono” puro essere e consapevolezza):
La meditazione non consiste in un “non pensare” in uno svuotamento; già queste cose sono atti mentali, processi di un continuo rimuginare della mente su se stessa.
Concentrarsi è esser un punto fisso senza dimensione; pensare di concentrarsi è esser distratti dal pensiero stesso.
Ribaltando scherzosamente un’ affermazione occidentale - Cogito ergo non Sum -
(che si sviluppa più esattamente in “ Penso quindi rifletto sopra all’essere, non “sono” puro essere e consapevolezza):
“ Se il vuoto fosse un
oggetto di contemplazione, dove sarebbe la coscienza che percepisce
l’essere? Pertanto, si consideri la contemplazione della vacuità
come un artificio, analogo a una profonda assenza dal mondo.
L’attore e l’azione sono uniti, ma quando l’azione si dissolve, abbandonando i suoi frutti, la dinamica legata all’ego si esaurisce, il praticante che viene assorbito in questa contemplazione profonda scopre la vibrazione divina, liberata dal suo legame con l’ego. La natura profonda dell’azione così si rivela, e chi ha interiorizzato il movimento del desiderio non conosce più dissoluzione. Egli non può cessare di esistere, perché è tornato alla sorgente profonda. Shiva è quindi unito alla Shakti quale conoscenza e oggetto, mentre ovunque egli si manifesta come pura coscienza..”
L’attore e l’azione sono uniti, ma quando l’azione si dissolve, abbandonando i suoi frutti, la dinamica legata all’ego si esaurisce, il praticante che viene assorbito in questa contemplazione profonda scopre la vibrazione divina, liberata dal suo legame con l’ego. La natura profonda dell’azione così si rivela, e chi ha interiorizzato il movimento del desiderio non conosce più dissoluzione. Egli non può cessare di esistere, perché è tornato alla sorgente profonda. Shiva è quindi unito alla Shakti quale conoscenza e oggetto, mentre ovunque egli si manifesta come pura coscienza..”
Spandakarika (12-16)