mercoledì 7 marzo 2012

TALKING BEATS: THE STRANGERS







Per questo nuovo appuntamento con i "beatz che parlano", armatevi di pala e piccone.  

Stiamo per partire in un viaggio al centro della terra, piedi e piedi sotto; andremo nel vivo del brulicante movimento electro subterraneo. Dove roookies come MattShock e JuzaXanax se la comandano, e non poco

DO NOT FUCK WITH THE STRANGERS!





1.Primi Passi, come nascono i The Strangers? Sulla vostra BIO ufficiale parlate delle più disparate esperienze musicali, ma come, quando e perchè vi siete avvicinati alle macchine, e quindi al beatmaking?

"Ognuno di noi ha avuto un approccio alle macchine e alla musica elettronica piuttosto singolare.
Matt è sempre stato affascinato dai sintetizzatori, dai software, e ci lavora da ormai un decennio. Juza arriva invece dagli studi classici, e dalla passione per il pianoforte, che tuttora coltiva.
Entrambi abbiamo avuto tante esperienze in altrettanti generi, e di ognuna abbiamo fatto tesoro per il nostro progetto.


2.Un suono molto vario, che passa dall'elettronica più classica, passando per la dubstep ed arrivando a picchi di sperimentazione, immagino che un lavoro del genere, per quanto ancora nuovo alla scena, richieda un tot di strumentazione e programmi, quali sono quindi i ferri del mestiere con cui producete un brano? Come li usate?

Abbiamo tanti modi di affrontare la stesura di un pezzo. I software da utilizzare sono tantissimi, e ognuno permette un'impostazione differente. Per quanto ci riguarda, reputiamo che il motore di tutto sia la mente, ed ancora prima il cuore. Tutto dev'essere chiaro ancor prima di suonare una nota.

Per risponderti in una maniera un poco più tecnica possiamo dirti che il nostro macchinario preferito è il Meccatronix, un synth meccanico prodotto da una piccola ditta giapponese oltre 20 anni fa, ormai andato fuori produzione.


3.La vostra biografia, accenna a svariate contaminazioni. Quanto credete sia importante per un artista avere più esperienze musicali possibili, e perchè? In che modo siete stati influenzati da queste contaminazioni nel progetto The Strangers?

M:Un musicista deve, ed ama essere influenzato. Specialmente in un contesto come la musica elettronica, evolutasi ispirandosi a miriadi di altri generi, il produttore si abitua a tendere le orecchie verso tutto ciò che lo circonda.

J:Le contaminazioni si trovano ovunque, a saperle osservare. Quando parliamo di musica, parliamo fondamentalmente di comunicazione, e i nostri lavori, oltre che da altra musica, sono ispirati da luoghi, ricordi, situazioni e persone.


4.Le collaborazioni con Salmo, Kaizer, Maxi B e Fabri Fibra, denotano un apertura alla scena RAP, come nasce questo connubio Grime: The Stranger + Mc? Come vi siete avvcinati al Rap? Cosa dobbiamo aspettarci da voi su questo versante per il futuro?
L'estero si è spesso mostrato più fertile, nelle mescolanze tra i generi e nelle sperimentazioni. Qualcosa era presente anche in italia: poca roba, ma di assoluta qualità. Ci piaceva l'idea di dare un nostro contributo a questo sposalizio, anche nello stivale. Oltretutto il rap è sempre stato molto presente nel nostro percorso. Così abbiamo collaborato con l'artista e amico Salmo. Il risultato ci ha entusiasmato, ed abbiamo avuto piacere di rimetterci alla prova con Kaizer, altro amico di sempre, e successivamente con Fabri Fibra e Maxi.


5.Timelapse EP, il vostro primo lavoro ufficiale che raccoglie una serie di Remix elettronici. Detto questo, dal punto di vista del beatmaking, preferite fare Remix che brani ex novo e perchè? Quali sono le differenze nel processo lavorativo tra un brano inedito e un remix per i The Strangers?

In realtà non preferiamo i remix alla stesura di inediti. Semplicemente, ci siamo trovati a farlo. Remixando una traccia, ci si trova a fare i conti con strutture e suoni che spesso distano molto dal proprio modo di lavorare. Diventa quindi interessante trovare dei punti in comune, dando un colore nuovo a qualcosa che già esiste.


6.L'elettronica e in particolare la Dustep, sono il genere del momento. Questo non fa eccezione anche per il nostro paese, basta vedere il numero di date che porta in Italia Skrillex in un solo anno. Voi che siete dentro questa scena musicale, come giudicate il panorama italiano? C'è possibilità che sia più di una moda, o pensate che questa neo esplosa passione per il wobble bass vedrà presto termine?

Noi sentiamo di appartenere a questa scena e nel tempo abbiamo conosciuto tanti artisti che sono apprezzati all'estero e che hanno un livello qualitativo e artistico veramente altissimo. Forse il problema dell'Italia è proprio questo: ci sono tanti artisti italiani veramente degni di nota, che ottengono il riconoscimento solo dopo aver battuto i club esteri. Sotto questo punto di vista il nostro paese è sempre stato miope: ci piace l'artista dagli States o da Londra, ma non sappiamo riconoscere il talento della porta accanto, salvo rari casi.
Ma non ci disperiamo! Stanno spuntando party electro come funghi e il livello, di solito, è molto alto. Abbiamo fiducia che non sia soltanto una moda passeggera!




7.L'evento "Take off the Mask" mette in risalto un vostro occhio di riguardo verso quello che è l'aspetto delle serate dal vivo. Detto questo, quanta importanza ha per voi lo showcase nella costruzione di un progetto musicale, come appunto può essere quello vostro dei The Strangers? Dove vorreste spingervi con questo Live, riusciremo a vedere il "Take off the Mask" fuori dalla Sardegna? Cosa possiamo aspettarci per il futuro dalle vostre performance dal vivo?

In un contesto come quello in cui ci muoviamo, la performance live è il momento in cui tutto acquista senso. Anche durante la produzione, cerchiamo di studiare il pezzo immaginando una sua esecuzione live. Il progetto "Take off the mask" era volto, nell'idea iniziale che sviluppammo con Kaizer, a piantare un seme nella terra arida della Sardegna, dare un incipit. I riscontri sono stati ottimi, dobbiamo ammetterlo, e molte delle nostre piccole vittorie le dobbiamo al seguito fantastico che si è creato da queste parti.
Ora che la mole di live sta crescendo, e sta iniziando a portarci in giro per i clubs, passiamo molto tempo a progettare un live set innovativo, e i nostri sforzi in quella direzione sono assoluti.



8.La musica elettronica è spesso sinonimo di contaminazione e sopratutto sperimentazione. Quanto siete apeti a queste sperimentazioni? Con uno sguardo al futuro quali sono secondo voi le sperimentazioni più interessanti di tutto il panorama internazionale e perchè? Che genere invece di sperimentazioni potremmo trovare sui vostri lavori futuri?

Se oggi possiamo affacciarci su un mare infinito di generi, è proprio grazie all'attitudine alla sperimentazione e alla contaminazione.
Ma consideriamo il nostro come un progetto "molto accessibile", e lanciarci nella ricerca assoluta, forse, ci farebbe perdere di vista l'obiettivo primo.
Ci piace intendere la nostra musica come un mezzo e non come un fine. Se riusciamo a far star bene le persone, anche solo per una notte, è lì che ci piace definirci artisti.


9.Quali sono e sono stati i vostri punti di riferimento? Gli artisti che più vi hanno influenzato e in che modo? Insomma a chi dobbiamo essere grati per i The Strangers?

J: Frederic Chopin, Aphex Twin.
M: Zatox, Vortex, Cyberpunkers, Bloody Beetroots, Deadmau5.



10.Se dovreste dare un consiglio a chi per la prima volta si affaccia verso l'arte del beatmaking e la produzioni di pezzi, cosa direste? Quali sono i consigli fondamentali che con la vostra esperienze vi sentite di fare a i novizi?

J: L'errore più comune è concentrarsi esclusivamente sulla produzione musicale tralasciando, magari, il contesto nel quale quest'ultima dovrà essere proposta. Sento spesso tanti lavori validi, dal punto di vista prettamente tecnico, ma che vengono lanciati sul web senza grosso criterio. Se ci si approccia con delle labels, con delle agenzie, o con chiunque lavori con la musica, è importante parlare la stessa lingua, e parlarla bene.

M: Spingere al massimo, crederci nel vero senso del termine, fare il possibile per arrivare nell'olimpo. Rimanendo però coscenti che è un mondo difficile e non ha spazio per tutti.












Per contattare i The Strangers:

 








Mothra & Chrome


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