Il progetto "Icone" nasce dall’incontro tra due artisti, Andrea Chisesi e Nicolai Lilin.
Nicolai Lilin è uno scrittore e artista del tatuaggio siberiano, i suoi lavori ruotano intorno alla simbologia di questa antichissima tradizione e racchiudono storie di mondi lontani e significati esoterici.
Andrea Chisesi è artista dell’incontro tra immagine fotografica e fusione pittorica.
L’idea nasce da un ricordo d’infanzia di Nicolai Lilin: le icone russe nelle famiglie dei resistenti siberiani venivano fuse con la tradizione del tatuaggio. I santi e i personaggi sacri erano rappresentati come i criminali: tatuati e armati. In questo modo le persone si immedesimavano con il sacro, con la fede, con Dio. Questo si spiega anche con il fatto che nella tradizione ortodossa le icone di famiglia si dipingevano in base alle richieste particolari dei committenti, gli stessi santi potevano avere le sembianze fisiche dei familiari defunti, contenere i tatuaggi che quei parenti portavano sul corpo e in questo modo credevano di avvicinare i loro spiriti a Dio.
Questi racconti e ricordi sono stati tradotti dall’artista Andrea Chisesi nelle prime quattro icone del 2011, quattro tele che rappresentano il Cristo, Maria, San Nicola e Sant’Andrea.
Significativa è la differenza dei santi nella cultura cattolica e quella ortodossa. La figura di Sant’Andrea, per esempio, nella cultura ortodossa rappresenta un folle, un malato mentale, la presenza del quale per le credenze pagane era un vantaggio per la comunità, perché rappresentava un modo diretto per contattare il mondo degli spiriti. Sant’Andrea “Per volontà di Cristo pazzo”, come lo chiamano gli ortodossi, rappresenta una voce di Dio sulla terra, lui incarna la presenza divina sulla terra, parlare con lui è considerato come parlare con Dio in persona. Così anche Maria nella chiesa ortodossa rappresenta non solo la madre di Cristo, ma anche “la madre di tutti e di tutto”, cioè incarna la dea-terra delle antiche religioni pagane, questo specialmente emerge dalle prime traduzioni dei testi sacri nelle lingue slave, dove si racconta che Maria non riceve la gravidanza dallo Spirito Santo, ma solamente la “notizia” che la creatura che porta nel suo grembo è destinata a diventare “figlio di Dio”, il processo di gravidanza invece viene spiegato andando incontro all’antica immagine pagana di procreazione degli uomini dalla terra e dai quattro elementi primari: “incinta dall’aria, dall’acqua, dal vento e dal fuoco”.
Questa influenza iconografica di sacro e profano nell’arte, con un’esplosione di significato, viene resa in questo progetto di rivisitazione del suo concetto rispetto alla società moderna.
Nicolai Lilin è uno scrittore e artista del tatuaggio siberiano, i suoi lavori ruotano intorno alla simbologia di questa antichissima tradizione e racchiudono storie di mondi lontani e significati esoterici.
Andrea Chisesi è artista dell’incontro tra immagine fotografica e fusione pittorica.
L’idea nasce da un ricordo d’infanzia di Nicolai Lilin: le icone russe nelle famiglie dei resistenti siberiani venivano fuse con la tradizione del tatuaggio. I santi e i personaggi sacri erano rappresentati come i criminali: tatuati e armati. In questo modo le persone si immedesimavano con il sacro, con la fede, con Dio. Questo si spiega anche con il fatto che nella tradizione ortodossa le icone di famiglia si dipingevano in base alle richieste particolari dei committenti, gli stessi santi potevano avere le sembianze fisiche dei familiari defunti, contenere i tatuaggi che quei parenti portavano sul corpo e in questo modo credevano di avvicinare i loro spiriti a Dio.
Questi racconti e ricordi sono stati tradotti dall’artista Andrea Chisesi nelle prime quattro icone del 2011, quattro tele che rappresentano il Cristo, Maria, San Nicola e Sant’Andrea.
Significativa è la differenza dei santi nella cultura cattolica e quella ortodossa. La figura di Sant’Andrea, per esempio, nella cultura ortodossa rappresenta un folle, un malato mentale, la presenza del quale per le credenze pagane era un vantaggio per la comunità, perché rappresentava un modo diretto per contattare il mondo degli spiriti. Sant’Andrea “Per volontà di Cristo pazzo”, come lo chiamano gli ortodossi, rappresenta una voce di Dio sulla terra, lui incarna la presenza divina sulla terra, parlare con lui è considerato come parlare con Dio in persona. Così anche Maria nella chiesa ortodossa rappresenta non solo la madre di Cristo, ma anche “la madre di tutti e di tutto”, cioè incarna la dea-terra delle antiche religioni pagane, questo specialmente emerge dalle prime traduzioni dei testi sacri nelle lingue slave, dove si racconta che Maria non riceve la gravidanza dallo Spirito Santo, ma solamente la “notizia” che la creatura che porta nel suo grembo è destinata a diventare “figlio di Dio”, il processo di gravidanza invece viene spiegato andando incontro all’antica immagine pagana di procreazione degli uomini dalla terra e dai quattro elementi primari: “incinta dall’aria, dall’acqua, dal vento e dal fuoco”.
Questa influenza iconografica di sacro e profano nell’arte, con un’esplosione di significato, viene resa in questo progetto di rivisitazione del suo concetto rispetto alla società moderna.
[ Tratto da: www.kolima.it ]
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