venerdì 3 febbraio 2012

TALKING BEATS: INTERVISTA A SUNDAY - DSA COMMANDO



Ho l'onore di comunicarvi la prima rubrica ufficiale di questo blog:

Talking Beats è un nuovo spazio dove saranno intervistati periodicamente, in maniera molto easy e pure grezza, tanti tra i produttori musicali più influenti della penisola.
Insomma, una chiacchierata informaletra un loop di drum machine e una scratchata sul vinile. Ringrazio Mothra, il mio nuovo collaboratore che farà le interviste di persona.

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Il primo ospite che abbiamo intervistato per voi è Sunday - miracle producer - della cricca, metri e metri sotterranea: DSA Commando




Loop ossessivi e inquietanti, pattern di batterie che richiamano a quel suono che ci riconduce a tempi passati e polverosi, il cui groove immortale continua a solcare le strade come la morte nei capolavori di Romero.
Campionature ossimoriche sono il suo marchio di fabbrica: ruvide come una rimessa arrugginita in una calorosa estate texana. Morbide e avvolgenti come il sudore che scende sulla pelle di Sally Hardesty. Oniriche e disturbanti le atmosfere che come una nebbia fitta riescono a circondare e penetrare le liriche di Kirin, Heska Riot, Mac Myc e Hellpacso.



Di seguito l'intervista:

Mothra: " Primi passi; come è nato Sunday? come ti sei avvicinato al beatmaking e quando e come hai deciso di concretizzare il tutto? "

Sunday: " Allora, quando eravamo ragazzini delle medie, io e un mio amico di allora abbiamo iniziato ad ascoltare rap: era il 96, erano venuti fuori gli Articolo, noi fin da subito abbiamo iniziato a cercare robe simili. Di lì a poco abbiamo trovato le cassette di Neffa, Sottotono, Chief e soci, tutta la roba che girava in quel periodo.
Giravamo coi pennarelli indelebili, volevamo fare i teppisti e facevamo le nostre tag scrause dappertutto. Da quei momenti al mio primo beat è passato un bel po'. Penso che la prima roba - bruttissima chiaramente - prodotta da me sia del '98-'99.
Ho capito subito che se volevo fare qualcosa in sta cosa dovevo lasciare perdere microfoni, writing e tutto il resto. Mi piacevano i beats: mi sono preso un computer e da lì è partita la faccenda. Ovviamente, da allora, è cambiato tutto. Le prime cose mie che si possano classificare come "ascoltabili" sono del 2002/2003, giusto in tempo per fondare i DSA Commando. "



M: " Da Adenopromo, fino al nuovo album in uscita, passndo per Supercoven e Manipolazione, un promo 3 dischi e collaborazioni internazionali e nazionali, come hanno cambiato il tuo modo di approcciarti a questa disciplina? "

S: " Hai visto che carriera? - ah ah ah -  guarda, sembra una cazzata, una frase fatta, ma quasi ogni giorno che passa impari qualcosa di sta roba. Più musica ascolti e più impari e ovviamente col tempo cerchi di fare le cose sempre più seriamente. Non a caso, nel nostro cd che deve uscire, (che in questo periodo sta per essere ultimato) credo che ci siano le cose migliori che io abbia mai fatto. Credo e spero di arrivare a fare beats sempre più balordi. "

M" Le colonne sonore di Frizzi e i Goblin, fino al Doom Metal dei primi Sabbath, è chiaro il tuo filone di ispirazione. Detto questo, come ti muovi per cercare i sample giusti per ricreare il suond del Commando? "

S: " Non sono io che cerco i samples, sono loro che trovano me! - ah ah ah - In realtà  non è che io abbia un metodo preciso per cercare i campioni: spesso e volentieri me li ritrovo davanti per caso, ascoltando musica - sono un ascoltatore ossessivo. Poi chiaramente se sono in un periodo in cui entro in fissa con un certo tipo di film o di atmosfere vado a cercare proprio lì, o magari se ho voglia di usare un certo suono di chitarra elettrica o un particolare tipo di batteria non lascio niente al caso, avendo abbastanza una buona "memoria uditiva" so perfettamente dove andare a "rubare". "

M: " Quali sono i ferri del mestiere con cui confezioni i tuoi beat? di cosa hai bisogno per far uscire un pezzo finito? In una vecchia intervista avevi detto che vi basterebbero "pochi" soldi e mezzi per chiudere un disco, è ancora così oppure le cose sono cambiate? "

S: " Guarda, la formula magica perfetta è sicuramente la classica: giradischi, vinili, campionatore. Il problema è che io quando faccio un beat rispetto tutta una serie di canoni, di regole mie, che non mi permettono di andare in una sola direzione e quindi usare un solo metodo.
Ho un MPC 1000 che voglio imparare a usare come dio comanda per vedere se riuscirò a usare solo ed esclusivamente quello, però mi rendo conto che certe "finezze" col campionatore non puoi permettertele. Poi per carità, io so anche apprezzare certe sbavature o addirittura delle basi inascoltabili per la maggior parte della gente. A volte succede di sentire un campione che su vinile non esiste proprio e allora lo prendi da dove capita.
La cosa principale è arrivare al tuo obbiettivo con ogni mezzo necessario, il risultato finale deve essere soddisfacente aldilà del metodo che hai usato, però il metodo di lavoro classico è sicuramente il più figo.

La questione dei soldi è semplice: io credo che spesso quando si faccia un pezzo o un video, ma anche altro parlando più generalmente, conti l'idea.
Se l'idea di base è figa, e chiaramente hai le capacità per realizzarla, non servono i milioni, e la musica che gira in tv e in radio è proprio la dimostrazione del fatto che puoi metterci tutti i soldi che vuoi, ma senza idee buone la tua roba farà cagare a prescindere.

M " Djing -  chi viene alle vostre serate, può vederti anche alla console che ti cimenti in questa disciplina, e anche nei vostri dischi ti si può sentire scratchare. Come ti rapporto con il vinile? Porti avanti quest'arte al pari del beatmaking, o è ancora una cosa di contorno? "

S: " Quando andavo alle superiori passavo dei pomeriggi interi chiuso in casa ad allenarmi col giradischi, infatti, se mi vado a sentire delle cose che avevo registrato ai tempi mi rendo conto che spaccavo molto più il culo di adesso! Se vuoi scratchare da paura devi allenarti sempre, non ci sono cazzi. Nonostante tutto sono abbastanza contento del mio "livello": ono anni che faccio gli scratch solo quando suoniamo in giro, non mi alleno mai. Un po' di tempo fa mi è capitato di montare la consolle in saletta e dopo un po' di giorni che usavo il giradischi lì, ho ripreso subito la mano.
Mi piacerebbe avere più di tempo e voglia per diventare più bravo ma rimarrebbe comunque solo una cosa di contorno. Io mi occupo di beats, non potrei mai essere un battle dj, o anche solo un dj, senza battle.


M: " Quali sono i tuoi punti di riferimento come producer? Chi ti ha ispirato e ti ispira ancora, e chi ritieni sia uno dei migliori da cui imparare? "

S: " Alchemist ed El-p sono i produttori che generalmente hanno prodotto più pezzi con un gusto molto simile al mio. Di conseguenza anche produttori che hanno quel suono "alla alchemist", Tipo i Sid Roams o Evidence, hanno fatto delle gran figate. Anche Premier è tra i miei preferiti.
Poi c'è tutta una serie di produttori sconosciutiche magari hanno fatto 3 beats clamorosi ma poi sono spariti nell'abisso. A me in generale piace la roba violenta, underground, e potente,  però la gente deve ficcarsi nella testa che non bastano il campione di un film horror o un synth balordo a fare la balordata: ci vuole classe anche in quello. Ci vuole il tocco magico per fare la balordata DOC.

M" Le collaborazioni con Goretex e la serata in Francia, mostrano un apertura del Commando a quello che è il panorama internazionale. Viste le poche collaborazioni che ci avete offerto con la scena italiana, cè speranza almeno di vedervi collaborare con quella estera? Se si, puoi darci qualche anticipazione? Se no, puoi spiegarci almeno cosa proprio non digerite del nostro panorama? "

S: " La scena rap di questi "artisti" - di sto cazzo - italiani, non mi è mai interessata, come non mi è mai interessata la loro opinione. Sono incompatibile coi loro modi di fare e di pensare. Più in generale sono diffidente da chi si autodefinisce artista.
Come hai detto tu abbiamo fatto pochissime collaborazioni e probabilmente saranno pochissime anche quelle che faremo in futuro. La scena in cui mi riconosco non è la scena "ufficiale" delle visualizzazioni su Youtube o delle buffonate in tv, ma quella dei ragazzi che abbiamo conosciuto in questi anni in giro. Alle serate, nei centri sociali, a Bologna e in Emilia, a Milano, in Salento: gente con la quale ci siamo ubriacati come delle bestie senza troppe stronzate.
Poi, aldilà di questo, bisogna sempre guardarsi attorno ma fare comunque di testa propria, senza seguire troppo i canoni dettati dagli altri. Il mio amico Krin mi ha anche insegnato a pensare in maniera "internazionale". Goretex dei Non Phixion, ad esempio,  è sempre stato uno dei miei rapper preferiti, ho avuto il piacere di avere a che fare con lui ed è facile che nel suo disco in uscita ci sia della roba
prodotta da me.
Per il resto, altre anticipazioni non ne ho anche perchè sono superstizioso e ignorante come un contadino medievale, quindi per scaramanzia preferisco non parlarne ancora - eheheh.
Se ci saranno collaborazioni di un certo calibro saranno i fatti a dimostrarlo, altrimenti, "aria".

M: " Il tuo essere sempre sul confine tra due mondi diversi come il rap e il metal ti è sempre stato agevole, o a volte ti ha messo alla prova? Di quale tra queste due subculture ti senti più parte? "

S: " Volente o nolente, faccio parte dell'hip-hop da quando sono uno sbarbatello, per certi versi è anche per questo che mi incazzo quando vedo gentaglia che arriva e fa le sue schifezze in "casa mia". Il metallo è una cosa che ho imparato a conoscere e ad apprezzare dopo. Facendo i beats, bene o male sei "costretto" ad
ascoltare un tot di musica, quindi col tempo affronti mille generi, anche generi che poi non hanno a che fare direttamente col campionamento proprio come il metal. 
A sto proposito posso anche dirti che, pur avendolo fatto anch'io, anche solo in un paio di pezzi, ho cambiato idea riguardo al campionare il metal: è una cosa che non mi piace più nè fare, nè ascoltare, il rap è rap, il metal è metal. 
Seguo il metal, mi compro i dischi che mi piacciono, vado ai concerti e me lo metto a fuoco in macchina, però non sono il metallaro coi capelli lunghi, il chiodo e la maglietta degli Iron Maiden. "

M: " Hai le soddisfazioni che vorresti a produrre musica che farà da sfondo a delle liriche, o ti inizia a stare stretto il ruolo di produttore come solo accompagnatore di parole? Ti convertiresti mai ad un ambito musicale dove la musica ha il solo ed unico posto? "

S: " Non mi sta assolutamente stretto come ruolo, anzi. Produco beats proprio per farci dei pezzi rap. Non vedo una mia creazione completa al 100% fino a quando non c'è qualcuno che ci slega sopra. Come produttore ho anche pensato di fare qualcosa di mio e basta, così per divertimento. Potrei anche mettermi a farlo un giorno... Sicuramente cercherei di fare qualcosa di balordo da ascoltarsi in macchina, non farei musica per ballare perchè non mi piace più di tanto, e non mi piace ballare.

M: " Che consiglio vorresti dare a qualcuno alle prime armi, che vuole accostarsi al mondo del beatmaking?"

S: " Evitate pure di iniziare a fare le basi perchè tanto prima o dopo vi rompo il culo!  - ah ah ah - Ovviamente scherzo... Secondo me bisogna ascoltare anni di rap per cercare di capire cosa hanno fatto gli altri e anni di musica in generale per avere una minima di cultura musicale generica.
Poi se hai dei bei gusti e le capacità (anche un po' di culo, a volte) puoi iniziare a selezionare dei bei campioni e delle batterie potenti e lì, forse, puoi cominciare a produrre della roba seria.
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Concludiamo con i link per la pagina facebook del Commando e la pagina myspace di Sunday in persona.





Mothra & Chrome










3 commenti:

  1. Probabilmente il mio beatmaker preferito in Italia, bell'intervista!

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  2. Grazie, presto nuove interviste!


    "We're out here grindin"

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  3. GRANDE SUNDAY, UNO DEI MIGLIORI PRODUCER ITALAINI SENZA DUBBIO

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