Sedicente “post-youth brand”,
ma precisando assolutamente “definitely not post-teenage“.
Un'esperienza “neo-giovane”, o
piuttosto da “vecchio fanciullo dallo sguardo allucinato”.
Con questo range di
aggettivi inizia la presentazione di Sixpack da parte dei propri orgogliosi demiurghi.
Al giorno d'oggi suona
strano che qualcuno possa autolimitarsi in maniera così plateale per
descrivere la propria creatura, in controtendenza con l'abitudine dei
nostri tempi alla “nobilitazione”, alla sopravvalutazione delle
proprie produzioni, oltre che delle proprie idee.
Art by Dave Decat (Belgium) |
In
queste piccole indicazioni non emerge nient'altro che la didascalia
succinta del – fenomeno
– Sixpack France. Esulando dai semplici e “pettinati” confini di un clothing
brand, una nuova esperienza di accostamento al reale, è ciò che vi si
presenta agli occhi non appena accedete a Sixpack.fr
Art by Shangon Kim (South Korea) |
Un
caleidoscopio sensoriale e suggestivo, che permette la reminiscenza
del proprio passato stimolando quel bisogno di estrinsecazione
radicato – e cementato – nelle segrete del proprio subconscio. Che come brace nascoste dalla cenere, viene riattizzata dal vento di freschezza che porta questo ultra-feticismo in dettagli e particolari che gratificano e saziano il senso più valorizzato del mondo occidentale.
La
vista infatti è completamente assorbita dall'intrico di impulsi delle più
disparate provenienze. Dal collage
di
qualche sotterraneo artista francese. Al richiamo all'esoterismo
dimenticato nei bui corridori di qualche biblioteca parigina. Senza
disdegnare il neo-minimalismo “distratto” che tanto richiama al
nostro passato, quando ci sentiva capaci di riprodurre su di un
voglio ogni tipo di visione, eiaculata dalla nostra fantasia non
ancora soppressa e incarcerata, dal presente alienante e soprattutto
massificante.
Art by Stefan Marx (Germany) |
“Abbandonata
la paura di ciò che si desidera, non c'è più il timore di vivere
una singolarità adolescenziale da tempo rifiutata, assieme alle sue
idiosincrasie.
Un
percorso simile, concedetemelo, al regresso visionario di un Blake
che accetta il proprio sostrato mentale, la propria coscienza
originaria, per raggiungere quella “creatività superiore” che
sola può permettergli di spalancare le porte
della percezione.
« On dormira quand on sera mort ! »
Art by Joe Misurelli (USA) |
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