venerdì 10 febbraio 2012

TALKING BEATS: INTERVISTA A LOU CHANO






Questa volta per la nostra abituale sessione di chiacchiere ci siamo spinti nella capitale, per stanare uno dei boss storici del beatmaking nostrano.
Dalle catacombe di Roma si è svelato ai nostri taccuini uno dei musicisti più politropi del nostro paese. Con esperienze a partire dai generi più svariati, dalla tekno alla dark wave passando per l'hip-hop, senza mai abbandonare il proprio inconfondibile tocco, e sempre un passo più avanti dei proprio colleghi. Non mi dilungo troppo, e vi lascio direttamente questa magnifica ed esaustiva intervista, a voi Lou Chano!



Mothra: " Torniamo indietro nel tempo, ti andrebbe di raccontarci come e quando è nato musicalmente Lou Chano, come hai scoperto il beatmaking e quando hai concretizzato con il primo brano ufficiale? "

Lou Chano: " Ho iniziato a comprare vinili metal a 8 anni, a fare musica a 14. All'inizio suonavo il basso in un gruppo "grunge" a Crotone, la mia città. A 18 anni mi sono spostato per l'università, dapprima a Siena, poi a Bologna. Avevo una band a Firenze. A metà degli anni novanta ho scoperto l'elettronica: arrivavano voci di feste che duravano giorni, di una nuova musica tribale dai tempi veloci ed ossessivi. Un nuovo stile di vita, una nuova concezione delle band, un nuovo modo di approcciarsi alla musica e agli spazi. Era il periodo delle tribe, delle T.A.Z. (Temporary Autonomy Zone) e dell' hard tekno. A casa di amici a Bologna un ragazzo di Roma, David, era steso sul letto con una scatoletta di fronte a lui che gli permetteva di suonare da solo, di comporre musica e riprodurla live senza l'aiuto di altri: vendo il basso e mi compro la mia prima groovebox, una Roland MC-303. Quella è stata la vera svolta. Insieme agli amici con i quali andavamo ai parties decidiamo di impegnarci attivamente nella diffusione della tekno e formiamo i Tekno Mobil Squad. La scena si era spostata dal centro/nord Europa fino in Italia e Bologna era il centro della scena internazionale, benchè a Roma ci fosse già da anni una scena "autoctona".
Eravamo tutti connessi. Non c'era internet, conoscevi tutti di persona. Dopo aver organizzato le prime feste affittando il sound dai Mutoid Waste Company, abbiamo acquistato le nostre prime casse acustiche: erano l'impianto dello Spazio Kamino di Ostia, tempio della tekno romana. Da li in poi, coi TMS abbiamo organizzato rave parties quasi ogni weekend, più o meno per 6/7 anni. Ogni tanto Inoki veniva a rappare sulla tekno durante le feste, io suonavo live con le drum machine, i synth, i campionatori e il sequencer, dimezzavo il beat da 180 a 90 bpm e Inoki partiva in freestyle, poi raddoppiavo ed ecco il tekno/rap: c'era stato un precedente a New York negli anni novanta con la ghetto-tek ma in quel caso gli mcs rappavano su beat molto piu lenti, quasi house. A volte ai rave si aggiungeva anche Jhon Type di Alien Army, un vero mostro degli scratch, capace di incastrare anche a tempi velocissimi. Nel 1998 pubblico il mio primo tape come Virus Voice, poco dopo il primo disco di TMS, che conteneva già un beat "hip hop" a chiusura del vinile.
Nel 2005, dopo un live a Roma, mi invitano a collaborare in uno studio di produzione/registrazione: l'hip hop stava prendendo piede di brutto in Italia e ci siamo buttati nella mischia. A Roma c'erano i Truceboys che spingevano un'immaginario crudo, avevano un'attitudine punk e nichilista, mi sembravano perfetti per mischiare le acque e creare un sound ruvido, rozzo, hardcore. Facevo dei beat con i suoni della tekno che ero solito maneggiare, poi Noyz m'ha fatto sentire Necro ed ho capito che potevo buttare nel calderone anche le altre mie influenze: metal, industrial, hardcore, neofolk, dark. Potevo campionare i miei artisti preferiti e crearmi uno stile: tutti campionavano il funk, gli anni 70, la musica commerciale o grandi successi, io no. Ciò mi ha permesso di entrare in connection con i miei artisti preferiti, anche di altre scene, e mi ha aperto la strada per le future collaborazioni. "

M: " Hai una carriera musicale lunga più di 10 anni, durante tutto questo percorso musicale come è cambiato il tuo modo di approcciarti a questa disciplina? Come nasce una traccia targata Lou Chano oggi, e come nasceva ieri? "

L: " Come ha detto Dr Dre a John Carpenter, si parte sempre dal beat. Scelgo un tempo, preparo un riferimento semplice, che so io, cassa e rullante... poi ho 2 strade: o scelgo un sample e compongo "l'armonia" del pezzo basandomi sulle note del sample, oppure vado libero e continuo con bassline, synth, etc.
Una volta che ho la struttura base, inizio a complicare il beat, aggiungendo breaks, strumenti ritmici, accenti, etc. Le ultime rifiniture le faccio in missaggio e postproduzione.
All'inizio usavo parecchi strumenti, lavoravo in layers: per fare una cassa per esempio ne usavo 2 o 3 sovrapposte, ora ho capito che è meglio lavorare in modo più pulito. Con pochi strumenti che suonano bene fai meglio che con tanti strumenti che una volta sommati si ammazzano a vicenda. Prima missavo in digitale, ora full analogue. Uso il computer solo come registratore, non amo i plug-ins e i virtual instruments. "


 M: " È facile immaginare che durante una carriera prolifera come la tua, tu abbia sperimentato più macchine e strumenti per cacciar fuori i tuoi pezzi, fra questi quali sono i tuoi ferri del mestiere essenziali? le macchine a cui non puoi rinunciare per fare un beat e perchè? "

L: " In effetti ho avuto sottomano di tutto, ho venduto e comprato, in alcuni casi ho ricomprato macchine che avevo gia posseduto... se ne hai la possibilità, non devi mai vendere gli strumenti!
Oggi lavoro con troppa roba, persino gli effetti che uso vengono da qualche hardware: se dovessi ridurre all'essenziale, non potrei più rinunciare a Pro-Tools come recorder/editor, al Minimoog Voyager per le bassline, alla Roland TR-909 per le drums, al Korg Polysix per le strings, all' Eventide H3000S per gli effetti.
Riguardo agli outboard, mi trovo benissimo con le macchine vintage come i vecchi compressori Dbx o Urei: ho un mixer Studer degli anni 70 che ha un suono impareggiabile. Tra i nuovi brand, mi trovo molto bene con Thermionic Culture, Ssl, Empirical Labs.
Oggi come oggi non potrei più lavorare senza il supporto di tutto l'outboard che ho accumulato negli anni, tornare al digitale sarebbe davvero un passo indietro. L'analogico ha più "sound", è più "grosso", suona meglio. Presso il mio studio, Audio Division a Roma, lavoriamo solo con le macchine "vere", non usiamo plug-ins, facciamo tutto in analogico. "

M: " Correggimi se sbaglio, il tuo primo pezzo rap "ufficiale" è contenuto in EPICENTRO ROMANO Vol 3, dopo 6 anni di Techno e Drum & Bass come è avvenuto questo passaggio al rap? Eri gia un appassionato? Hai cercato tu il rap o lui ha trovato te? Ti andrebbe di farci un po la cronaca della nascita del Lou Chano più Hip Hop? "

L: " Vero, il primo brano rap pubblicato è su Epicentro Romano, con Khadim Fall. La D'n'B non l'ho mai suonata "pura" ma la usavo per dare ritmo alla monotonia della cassa dritta.
Benchè non sia un grande appassionato di rap, ascoltavo il Wu-Tang di 36 Chambers, i primi Cypress Hill, gli House Of Pain, l'Onda Rossa Posse, Isola Posse, Sangue Misto...
Ricordo che rimasi piacevolmente sorpreso dall'esordio dei Club Dogo, con Don Joe che finalmente portava un bel sound in Italia.
"Niggers in the front... Punks in the back": beh, io stavo coi punks in da back. Mi sono avvicinato ad un certo rap per una questione di attitudine, poi ho trovato un sound. Ci siamo venuti "incontro".
Ma non è stato amore a prima vista. Come beatmaker sono un "bastardo", non vengo dalla alla scena.

Continuo a fare beat su commissione; sia la tekno che l'hip hop sono stati un passaggio nella formazione di Luciano Lamanna.
Lou Chano continua a fare beats e missare beats agli altri, che ormai è specializzato su un suono bello duro. Luciano suona i synth e le drum machines con DER NOIR e collabora a numerosi progetti, ne tekno ne rap, come Ivs Primae Noctis, Riti Occulti, Tiresia Raptus, etc. "


M: " Nei tuoi beat c'è sempre una forte impronta Techno, detto questo, quanto ha influito il tuo background musicale nei TEKNO MOBIL SQUAD nel Lou Chano da rap? Pensi sia importante se non fondamentale avere una contaminazione con altri generi per creare qualcosa di veramente forte? "

L: " Penso sia fondamentale mischiare. Non esiste riff che sia già stato scritto, non esistono incastri ritmici inediti... la musica moderna è semplice ed ossessiva, si lavora su poche note ripetute, la novità sta nell'arrangiamento e nel sound. Fare i puristi al giorno d'oggi è anacronistico. Ciò non toglie che si possa scegliere di fare musica volutamente retrò o di genere. Ognuno è influenzato dai suoi ascolti, dalle esperienze musicali: la carriera di un musicista più che in continua evoluzione è un muoversi avanti e indietro tra territori conosciuti e sperimentazioni.
Nei vari generi in cui ho avuto l'occasione di cimentarmi puoi trovare un filo conduttore: nel messaggio, nell'attitudine o nel suono. "

M: " Sei un esponente di punta di due scene e movimenti differenti, Techno e Rap. Quali tra questi due mondi musicali ti appartiene di più e perchè? Cosa manca alla scena "delle Jam" rispetto a quella "dei Rave" e viceversa? "

L: " Quando ero più giovane ero davvero dentro la "scena", adesso devo dire che un po per l'età, un po per i gusti, un po' perchè è cambiato il modo di "divertirmi" non frequento più tanto i rave o le jam. Preferisco andare ad un concerto metal piuttosto che ad una serata rap.
Nell'hip hop l'età media si è molto abbassata e la scena è meno mischiata e più standardizzata: è diventata una moda, e questo vale sia per la tekno che per l'hip-hop. Alla scena delle jam manca l'umiltà, la collaborazione sincera, c'è troppa competizione, ognuno si sente sto cazzo, invincibile, unico, il migliore...e magari rappa da un anno e ha pubblicato mezzo brano su una strumentale americana su youtube.
Nella tekno ci aiutavamo, se un'altro musicista aveva un problema cercavi di risolverlo, ci si confrontava e ognuno aveva modo di apprandere dall'altro. Era una scena "aperta". Il rap è chiuso, individualista, egocentrico. Nei rave spesso non sapevi neanche chi suonasse, ballavi di fronte al sound system, la vera star era il pubblico, i ravers facevano il rave: le tribe montavano il sound, i protagonisti erano le migliaia di ragazzi che ballavano per giorni davanti a muri di casse. Noi musicisti spesso eravamo nascosti dietro l'impianto, nemmeno ci vedevi. Era una musica spersonalizzante: il musicista era alienato, da parte, non era importante chi suonasse. Tu andavi al rave e basta, ci andavi per la situazione, era un movimento, spingevamo controcultura, occupavamo spazi abbandonati, foreste, hangar, e li trasformavamo in mega-location per eventi cyberpunk. Poi sfortunatamente il largo abuso di droghe ha ammazzato la poesia, sostituito gli ideali, ha vinto sulla scena.
Nel rave è mancato il messaggio, non siamo stati capaci di comunicare col pubblico che si è rimbambito pensando che si trattasse solo di "sballo". Nell' hip hop, soprattutto in Italia, manca il rispetto, l'umiltà, lo spirito di collaborazione: c'è troppa voglia di emergere e poca voglia di fare bella musica."

M: " Ultimamente c'è un esponenziale avvicinamento del rap alla musica elettronica, sopratutto verso l'ormai onnipresente dubstep, ma anche nei confronti della Drum & Bass. Il tuo aver contaminato con suoni di questo calibro il rap, con svariati anni d'anticipo, ti fa senitre un precursore di questa nuova tendenza, o preferisce prenderne le distanze? Visto che hai un piedi su entrambi i fronti, fino a dove pensi che questo cross-over possa spingersi? Pensi che il Grime sia la cosa più elettronica a cui possiamo arrivare, o vedi ulteriori future contaminazioni? "

L: " All'inizio, quando facevo sentire i miei beat ai rapper mi dicevano: "questo è tekno uomo, questo non è rap". Anni prima dell' abuso sidechain della fidget e del sound distorto alla " Bloody Beetroots",  spingevamo su Phakt! Records qualcosa di veramente simile, seppur primordiale...ma attenzione: non vuol dire che siamo stati i primi, ne che ci abbiano copiato.
Ricordo che una volta feci un sample, lo apoggiai su un beat e lo mandai ai dogo per un brano e... mi rimandarono una base di Don Joe con lo stesso campione! Praticamente uguali, e nessuno dei 2 aveva sentito l'altra, ne ci eravamo messi daccordo...avevamo fatto la stessa base nello stesso periodo, in contemporanea, uguale.
Chi si è inventato il giro di do? Chi è stato il primo a fare rap? Io ho copiato lui, o loro hanno copiato me? Non c'è risposta, sono quesiti inutili, servono ai critici per farsi mille pugnette. La musica non ha limiti, nè frontiere. Ed è per tutti: penso che una volta realizzata, l'opera che hai composto assume una vita propria indipendente da te, dalla tua vita, da quello che fai o da quello che hai fatto. Esiste di per se. E' influenzata ed influenza, come nel Tao o nella spirale tutto si distingue e si confonde col resto, va e viene, in eterno. Non ci sono limiti alle future evoluzioni, soprattutto in un campo come quello della musica elettronica, dove ci si addentra anche al di fuori dei 12 toni classici e si lavora su frequenze. Penso che il Grime sia un passaggio, non un'arrivo...ed aggiungo: per fortuna! "

M: " Vista l'enorme esperienza e la conoscenza musicale che hai dimostrato, ti andrebbe di dirci dove dovremmo posare le orecchie per sentirne delle belle? Quali sono i gruppi, i generi e i movimenti che secondo te ora come ora possono regalare qualcosa di veramente forte? "

L: " Ascoltate di tutto, non abbiate i paraocchi come i cavalli: non c'è musica vera o finta, c'è invece musica bella o brutta. Quindi non limitatevi ad un genere, ma scoprite quali tipi di musica preferite. O meglio, scoprite qual'è il vostro "mood" e cercatelo nei vari generi musicali, vi accorgerete di quante congruenze e quante similitudini ci possano essere in stili aparentemente opposti.
Detto ciò, ultimamente ascolto parecchia wave e roba "anni '80", doom/black metal, elettronica, neofolk....mentre scrivo ho sul giradischi Religious Knives, suono spesso Zombi, Mick Wills, Beherit, Fra Lippo Lippi, Clock DVA, Trentemoller, Nachtmystium, Heinrich Dressel, e da un po di giorni sto in fissa con la compilation di roba vecchia italiana "Danza Meccanica 2. "

M: " Nonostante tu ora sia indiscutibilmente un maestro delle macchine, sicuramente in passato avrai avuto i tuoi punti riferimento, chi sono e perchè? Quali sono gli artisti che maggiormente ti hanno influenzato e in che modo? "

L: " Sono un'appassionato che ha ed ha avuto la possibilità di toccare con mano le macchine e confrontarsi con altri più bravi di lui. Ho imparato molto a Bologna dalle tribe, soprattutto da Nico degli OQP e da Sound Conspiracy, crew mista post Spiral Tribe. Ricordo che una volta venne Simon, Crystal Distortion, a casa a Bologna e fece un pattern da paura sulla MC-303 in 3 minuti. Mentre lo faceva mi spiegava velocissimo "se fai cosi succede questo, se spingi qui fa cosi", ma velocissimo, etc, etc. Finito lui, attacco io: in 20 minuti avevo capito la groovebox. Se hai le macchine sottomano e qualcuno che le sa usare di fianco a te, vai super-spedito.
Nel beat rap, le maggiori influenze senza dubbio sono Necro, Rage Against The Machine, RZA, House Of Pain, Faith No More, Suicidal Tendencies, le varie collaborazioni /compile per film di metal-rap tipo Spawn ed i classiconi tipo gli Anthrax coi Public Enemy... in primis e su tutti i Beastie con gli Slayer quando ero bambino. Poi sto in fissa con gli anni 70 italiani, con i mostri tipo i Goblin, Le Orme, Frizzi, Micalizzi, Branduardi e con le colonne sonore di 'na volta, alla John Carpenter per capirci: se vi piace sta roba sentitevi i Calibro 35 e gli Zombi e i Zombie Zombie. "


M: " Con tutto il tuo bagaglio di esperienza, ti andrebbe di dare qualche consiglio fondamentale a chi si avvicina a questa disciplina? Quale è un percorso sano e fruttuoso da prendere quando si inizia a fare beat(che essi siano rap o più techno)? "

L: Divertitevi!










Qui di seguito un po' di suggerimenti per una veloce panoramica musicale, consigliati per voi direttamente da Lou Chano.

                                                                 
                                                                Zombi - Empty Bottle

 


Spiral tribe - Forward The Revolution 



                                            
                                                        Faith No More - We Care A Lot



                                                                    Zombie Zombie




                                        Beastie Boys - (You Gotta) Fight For Your Right (To Party)




E per finire, eccovi varie location virtuali in cui approfondire la conoscenza del nostro ospite e seguirlo direttamente.

Facebook: www.facebook.com/LouChano

Myspace: www.myspace.com/louchano

Studio: www.audiodivision.net









Mothra & Chrome






2 commenti:

  1. ma fa cagare questo hahahahaha in tutte le sue poliforme. musicalmente non è gnente. fate articoli su musicisti veri bwoys, ie, se vogliam restare nell'area, curley/esoteric.

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